Tra palcoscenico e pagina: l’universo fantastico di Roberto Biondi

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Ci sono autori che scelgono un genere. E poi ci sono autori che scelgono la voce con cui raccontare il mondo, qualunque sia il mezzo. Roberto Biondi è uno di questi. Drammaturgo raffinato e narratore visionario, Biondi attraversa con naturalezza i confini tra il teatro e la narrativa, portando con sé un immaginario potente, a tratti oscuro, sempre profondo.

I suoi romanzi fantasy non sono semplici evasioni dalla realtà, ma esplorazioni delle sue zone più misteriose, rilette attraverso miti, simboli e dinamiche umane autentiche. Il palcoscenico, per lui, è solo un’altra pagina su cui scrivere.

In questa intervista ci racconta il suo percorso creativo, le influenze letterarie che lo hanno formato, e il modo in cui costruisce mondi narrativi dove la fantasia si intreccia con le domande più urgenti dell’esistenza.

Un viaggio tra luci di scena, mappe immaginarie e personaggi che sembrano parlare direttamente al cuore di chi legge.

Benvenuto Roberto, grazie per essere qui.

Roberto Biondi intervista editing romanzo

 

Come è nata la serie di Achille Normanno?

Sin da bambino avevo la passione per i castelli, la magia, i misteri, la resurrezione. Achille Normanno nasce da questo. È un attore di teatro che si ritrova, suo malgrado, catapultato nel paranormale.

Roma, ma quanto è bella? Quali sono i luoghi che più ti hanno ispirato e che ritroviamo anche nei romanzi?

Roma è una città che non smetto di scoprire, nel visibile (i suoi monumenti) e nell’invisibile (tutto ciò che si nasconde sottoterra). I luoghi che mi hanno ispirato sono le alte mura dei palazzi storici, i giardini all’italiana, le fontane, prima fra tutte quella del Tritone, a Piazza Barberini, il Campidoglio, le Catacombe.

Quanto c’è di te nel protagonista?

Achille è un attore e io mi sono diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, da cui ho preso spunto per la sua scuola di recitazione. In quegli anni ho scoperto la figura del mentore, il valore e l’influenza benefica che ha sul discepolo. Per Achille è il professore di Storia della Musica, che tanto sarà responsabile delle inaspettate avventure per castelli misteriosi ed epoche del passato verso i quali Achille andrà incontro.

Come hai conosciuto Stefania Crepaldi e come ti trovi a lavorare con lei da anni, ormai?

Stefania l’ho conosciuta in rete, leggendo la sua visione di scrittura e seguendo i suoi video di narratologia. Mi ha ispirato fiducia la sua professionalità, che cercavo per migliorare e rendere concrete su carta le mie idee. Il rapporto è stato proficuo sin da subito. Il lavoro sul primo romanzo è stata la palestra per poter continuare i romanzi di Achille Normanno.

Progetti i tuoi romanzi? Trovi che un approccio più scientifico alla narrativa sia utile a non perdere la direzione?

Con Stefania la progettazione della scrittura è diventata l’architrave del mio lavoro letterario. Detto ciò, mentre scrivo spazio con la fantasia e cambio direzione, le idee arrivano da un’energia dettata dalla creatività che resterebbe limitata se non avesse un percorso nel quale imbrigliare la trama.

Inoltre, l’editing di Stefania si è rivelato un vero e proprio corso di narratologia, prezioso e indispensabile alla riuscita dell’opera. Mi ritengo fortunato ad aver catturato la sua attenzione, perché Stefania non accetta editing per puro guadagno, deve credere nelle potenzialità di un
aspirante scrittore.

Tu arrivi dalla scrittura di testi teatrali di grande successo, come Fiesta, che ha girato in tournée per l’Italia in più occasioni, vincendo anche dei premi. Come è stato passare dal teatro alla narrativa su carta?

Il passaggio non è stato facile; ma quel che ho ricevuto in dote dalla drammaturgia teatrale sono stati i dialoghi. È ovvio che all’interno di un testo di narrativa vadano calibrati e, molto spesso, trasformati in discorsi indiretti, lasciando il lettore con fiato sospeso perché continui a leggere.

Quali sono i tuoi tre romanzi preferiti, che più hanno contaminato il tuo stile di scrittura?

I promessi sposi, di Manzoni, che ogni due o tre anni rileggo. I testi teatrali di Pirandello. Dracula di Bram Stoker, che ho letto da bambino, cibandomi di film e fumetti sul genere.

 

Grazie mille Roberto per la tua disponibilità.

Alla prossima!