Come scrivere i dialoghi in un romanzo
Credi di non essere in grado di dare voce ai personaggi che hai inventato? Vuoi capire come puoi scrivere un dialogo tra due persone? Esistono molti romanzi di autori e autrici emergenti che non hanno una sola sequenza dialogica, o se ce l’hanno è strutturata male. Se ambisci a risultati soddisfacenti, questo è un grosso limite che va superato. In questa guida su come scrivere i dialoghi in un romanzo trovi tanti piccoli suggerimenti pratici per migliorare fin da subito il linguaggio dei tuoi personaggi. Dopo averla letta, avrai molta più consapevolezza delle funzioni che possono avere i dialoghi in un romanzo e apprenderai alcune importanti tecniche narrative per rendere verosimili le conversazioni dei tuoi personaggi.
Indice
- Cosa sono i dialoghi in un romanzo;
- Quali sono le funzioni del dialogo;
- Come migliorare la qualità del tuo romanzo;
- Esempio pratico di discorso diretto;
- Letture consigliate.
Cosa sono i dialoghi in un romanzo
Per poterti dare suggerimenti utili su come scrivere i dialoghi in un romanzo, non posso dare niente per scontato, perché non conosco il tuo livello di formazione, consapevolezza e scrittura.
A meno che tu voglia scrivere un romanzo senza dialoghi, devi sapere cosa sono i dialoghi e a cosa servono all’interno di un romanzo.
Il dialogo in narrativa è tutto ciò che viene pronunciato da un personaggio durante un colloquio con un altro personaggio (o più di uno).
Per scrivere i dialoghi del tuo romanzo dovrai quindi riflettere sul parlato, sul linguaggio, di ogni singolo personaggio della storia.
Quali sono le funzioni dei dialoghi
Quando rifletti sui tuoi personaggi prima di capire come scrivere i dialoghi pensa alla loro funzione.
Perché devo scrivere un dialogo proprio in quel modo? Quale sarà la sua funzione nella storia?
I dialoghi possono avere tre funzioni.
#1 Esposizione
In questo caso il dialogo serve a esporre al lettore una scena, un’immagine, una precisa situazione.
In narrativa questo si può fare solo con una descrizione efficace o con il racconto del luogo (o della situazione in cui il personaggio si trova), narrato dalla viva voce del personaggio, attraverso una conversazione con un altro personaggio o usando il monologo.
I dialoghi nei libri di narrativa aiutano il lettore a capire dove si sta svolgendo l’azione e quali percezioni sensoriali stanno vivendo i personaggi.
Questi due aspetti aiuteranno i lettori a immedesimarsi meglio nel mondo narrativo del tuo romanzo.
#2 Caratterizzazione
Altro aspetto da considerare prima di iniziare a riflettere su come scrivere i dialoghi è la caratterizzazione del personaggio.
Oltre all’aspetto fisico e psicologico, il linguaggio è il terzo elemento che ci permette di conoscere e provare empatia per un particolare personaggio.
La voce di un personaggio crea il personaggio.
Ci sono dei romanzi geniali in cui un personaggio è muto. E come sempre, anche l’assenza di una dote fondamentale come la parola serve a caratterizzare un personaggio.
Quando mi chiedono come scrivere buoni dialoghi di personaggi che parlano poco o niente, mi viene in mente “Forrest Gump” e il personaggio di Bubba.
La sua vita personale e familiare ruota tutta attorno ai gamberi, alla pesca dei gamberi, al commercio di gamberi, al cucinare gamberi.
Bubba non ci rimane impresso solo per il suo aspetto e le sue labbra carnose, ma anche e soprattutto per il suo eloquio fortemente dedicato a un solo argomento, trattato in tutte le sue
sfumature.
Bubba pulisce fucili e parla di gamberi; corre e parla di gamberi; lava i bagni e pulisce i gamberi; lucida scarpe e parla di gamberi.
Quando progetti il protagonista del tuo romanzo, l’antagonista o altri personaggi comprimari, ricordati sempre di renderli unici e facilmente riconoscibili dal lettore.
Soltanto dopo aver messo tutto nero su bianco potrai definire come scrivere i dialoghi e come renderli naturali.
Nei romanzi, a differenza dei film e delle serie tv, non possiamo usare gli occhi per guardare un personaggio, quindi dovrai capire come scrivere dei dialoghi che aiutino il lettore a immaginare il personaggio dalle peculiarità del suo parlato.
#3 Azione
Il dialogo di un romanzo può infine aiutare a supportare l’azione.
Inserire un dialogo in una scena d’azione può essere un’ottima tecnica per aumentare la suspense, creare ritmo e movimentare la vicenda.
Capire come scrivere i dialoghi e impostare un discorso diretto veloce può aiutarti a rendere più realistica la scena e tenere incollato alle pagine il lettore.
Tuttavia se esposizione, caratterizzazione e azione non si armonizzano bene con la trama del tuo romanzo, i dialoghi diventano fini a se stessi, non utili a comunicare un messaggio e a far proseguire la storia.
La coerenza e la credibilità della voce dei personaggi che inserirai nel tuo romanzo, vanno di pari passo con la coerenza e la credibilità della trama che si dipanerà sotto agli occhi del lettore.
Come scrivere i dialoghi e migliorare la qualità del tuo romanzo
In alcuni manuali c’è una lista infinita di ingredienti miracolosi su come scrivere i dialoghi, dal talento come dote indiscussa a un diploma al Conservatorio per la musicalità delle battute.
Ovviamente il talento serve, la musicalità dipende.
Quello che davvero è imprescindibile per imparare a scrivere i dialoghi sono la pratica e la tecnica.
La pratica e il contatto con la realtà
Come scrivere bene i dialoghi in un romanzo?
Con la pratica, ti direi.
Un buon dialogo non deve appartenere allo scrittore, ma al personaggio che ha creato.
Per caratterizzare un personaggio occorre a mio parere inserire nel suo linguaggio qualche nota peculiare – dialetto, gergo, termini tecnici se svolge una professione precisa.
Ogni dialogo scritto serve a rafforzare l’identità del personaggio o la sua funzione all’interno della trama e dello svolgersi degli eventi.
Ogni personaggio necessita di una sua peculiare voce, di un suo registro linguistico per essere convincente.
Ognuno di noi parla in modo diverso, anche se proveniamo da zone geografiche vicine.
Possiamo avere un accento simile, a volte una cadenza simile, usare termini dialettali simili, ma ognuno di noi parla in modo diverso perché è unico.
Il primo consiglio che mi sento di darti è di definire i ruoli dei personaggi all’interno della storia e definire i loro conflitti personali. Questo ti permetterà di ragionare in modo più semplice sul registro linguistico da abbinare a ogni volto.
Ogni personaggio deve essere funzionale alla trama del tuo romanzo, quindi quando pensi a come scrivere i dialoghi non dimenticare mai la coerenza del singolo, ma anche quella dell’insieme.
Creare un linguaggio specifico per ogni personaggio è l’aspetto più complesso della caratterizzazione e passa attraverso una forma mentis precisa.
Se sei in difficoltà, all’interno del corso Progettazione su Misura trovi un intero capitolo dedicato alla caratterizzazione dei personaggi.
I dialoghi sono forse l’aspetto di un romanzo che ci porta più a contatto con la realtà.
Se i dialoghi risultano artefatti, finti, allora tutta la storia che stai narrando risulterà inverosimile. È questo è un male per la buona riuscita dell’opera e per il suo futuro.
Un modo per rendere naturali i dialoghi con la pratica è quello di ascoltare le persone, annotando tutte quelle informazioni che potranno risultare interessanti all’interno del tuo romanzo.
Queste annotazioni ti aiuteranno a fare pratica, a scrivere e riscrivere, fino a quando troverai l’equilibrio perfetto.
Leggendo le biografie di molti autori famosi ho notato che spesso questo metodo ritorna.
Gabriel G. Marquez, ad esempio, lasciava la finestra di casa sempre aperta per ascoltare le voci in strada e prendere spunto per capire come scrivere i dialoghi dei suoi romanzi.
Se stai scrivendo un romanzo storico la cosa si fa decisamente più complessa, perché non potrai interagire con persone vissute secoli fa.
Per questo quindi non esiste altra soluzione se non leggere fonti storiche originali, saggi di storia e romanzi di scrittori autorevoli ambientati nella stessa epoca del tuo romanzo.
Quando rifletti su come scrivere i dialoghi, molto importante è il lavoro che farai in fase di revisione con il tuo/la tua editor.
Personalmente mi sono ritrovata spesso a lavorare con autori che avevano grosse difficoltà con i dialoghi. O che riuscivano a scriverli molto bene, ma erano slegati dalla trama.
Il mio lavoro in questi casi consiste nel dare un punto di vista esterno, obiettivo e professionale per rendere il tutto più coerente e chiaro.
In particolare, noto sempre molta difficoltà quando ci si deve mettere nei panni di una persona diversa da sé: un uomo in una donna (e viceversa) o un adulto in un bambino.
L’esperienza gioca in questi casi un ruolo fondamentale per migliorare la riflessione su come scrivere i dialoghi di un preciso personaggio.
Se sei agli inizi ti consiglio sempre di scrivere di ciò che conosci meglio e di affidarti a un professionista per migliorare la qualità complessiva dei dialoghi del tuo romanzo.
La tecnica: punteggiatura, dialetto, leit-motiv
Molti autori, quando cercano di capire come scrivere i dialoghi del loro romanzo, hanno mille dubbi sugli accorgimenti tecnici da adottare per tenere alta l’attenzione del lettore e per rendere memorabile la storia.
Tre aspetti tecnici da considerare quando scrivi i dialoghi sono: l’uso corretto della punteggiatura, il leit motiv e l’uso del dialetto.
Naturalmente il primo è necessario in ogni romanzo, gli altri due sono facoltativi.
La prima cosa che devi curare sempre è l’uso della punteggiatura nei dialoghi. La resa grafica e formale del discorso diretto.
A prescindere dai tuoi obiettivi letterari futuri (pubblicazione con casa editrice o in self-publishing), ti consiglio sempre di decidere una linea formale e seguirla per tutto il romanzo.
Altrimenti c’è il forte rischio che il lettore o il valutatore di casa editrice non riescano a leggere correttamente i dialoghi del tuo romanzo e farsi un’idea negativa dell’intera storia.
Un secondo aspetto tecnico da non sottovalutare è l’inserimento di dettagli nel parlato di uno o più personaggi per renderli più facilmente riconoscibili.
Puoi ad esempio inserire un leit-motiv, un ottimo strumento per rendere riconoscibile un personaggio.
Il leit-motiv è un ritornello che serve al lettore per identificare subito il personaggio in mezzo agli altri.
Un altro aspetto tecnico molto usato per caratterizzare i personaggi e il loro parlato riguarda l’uso del dialetto.
L’uso del dialetto non è qualcosa che puoi improvvisare. Se pensiamo ai romanzi di Camilleri o di Saviano ci accorgiamo che, nonostante il dialetto, riusciamo a leggere il romanzo senza grosse difficoltà.
Usare il dialetto nei dialoghi è un ottimo modo per localizzare una storia o un personaggio, ma non devi mai compromettere la leggibilità del romanzo, soprattutto se ambisci a un ampio pubblico di lettori.
Esempio pratico di discorso diretto
Qualche tempo fa ho ricevuto questa e-mail da una scrittrice:
“Ciao Stefania, è corretto scrivere un dialogo così?
«beato te vorrei anch’io fare una vacanza», mi interrompe, «puoi farla con me»”
Di seguito ti riporto la risposta che le ho dato, nella speranza che aiuti anche te a capire come scrivere i dialoghi del tuo romanzo.
La scrittura del dialogo non è corretta e ci sono parecchi errori formali che pregiudicano la comprensione dello scambio.
Il primo dettaglio è che in un dialogo va sempre messa la maiuscola, soprattutto se apre lo scambio.
«Beato te, vorrei fare anch’io una vacanza» mi interrompe.
In questa prima battuta ho inserito la maiuscola e una virgola dopo “beato te”.
Volendo ci può stare anche un punto esclamativo. L’inciso esterno può essere aggiunto anche senza inserire per forza la virgola. L’impostazione del dialogo rimane comunque una convenzione e varia da casa editrice a casa editrice.
«Puoi farla con me.»
Il secondo dettaglio importante è che, se cambia la voce di chi sta parlando, e da un interlocutore A si passa a un interlocutore B, si deve andare a capo e segnalare al lettore il cambio di personaggio.
La forma corretta diviene dunque:
«Beato te, vorrei fare anch’io una vacanza» mi interrompe.
«Puoi farla con me.»
Letture consigliate
Sono fortemente convinta che il modo migliore per imparare a scrivere un romanzo sia leggere belle storie.
Ecco dunque un elenco di opere letterarie, che possono aiutarti a capire meglio come scrivere i dialoghi:
- Il taglio del bosco, Carlo Cassola;
- Il barone rampante, Italo Calvino;
- I quarantanove racconti, Ernest Hemingway;
- La paga del sabato, Beppe Fenoglio;
- Il centodelitti, Giorgio Scerbanenco.
Siamo giunti al termine di questa breve guida su come scrivere i dialoghi in un romanzo.
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Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.