Come Gomorra La serie ti aiuta a progettare il romanzo

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La progettazione è la fase principale che muove tutta la produzione narrativa. Se non progetti, non crei. E tutte le tue conoscenze di scrittura saranno vane se non riesci a montarle tra loro in un corpo organico, fluido e piacevole. Dal 10 maggio ho iniziato, come molti italiani, a guardare Gomorra La serie e ho notato, anche ascoltando le interviste dei suoi creatori, che ci sono tanti accorgimenti narrativi che possono essere utili anche a chi progetta e scrive romanzi.

Naturalmente parliamo di romanzi d’intrattenimento, come possono esserlo i thriller o la pulp fiction

In questo articolo voglio farti conoscere cinque di questi meccanismi narrativi e darti la mia interpretazione per inserirli e sperimentarli nella progettazione dei tuoi romanzi.

Gomorra La Serie

Il genere: l’intrattenimento

In un’intervista Stefano Sollima, uno dei registi di Gomorra La serie, dice una cosa molto importante: l’intrattenimento prima deve essere inteso come spettacolo e poi, se ci tieni, come riflessione. L’obiettivo primario è dare all’osservatore un momento di evasione dalla quotidianità, che dopo puoi condire con una morale, un messaggio o quant’altro.

In quest’ottica il pubblico è il fulcro di tutta la progettazione narrativa.

Anche nel mondo della scrittura narrativa c’è almeno uno scrittore che segue questa filosofia: Jeffery Deaver, maestro dei romanzi thriller. Nelle sue presentazioni ripete sempre che il suo lavoro consiste nel cercare nuovi spunti per sorprendere il suo pubblico di lettori. Scrive per dare al pubblico una storia emozionante.

Partire dal pubblico fin dalla fase di progettazione può rivelarsi una chiave interessante per avvicinare i lettori al romanzo prima ancora che questo abbia preso una forma concreta. 

Gomorra La serie prende i contenuti dalla realtà, raccontandola senza maschere. Un nuovo neorealismo, che come quello di Rossellini spesso viene pesantemente criticato. Però io non voglio parlarti dei contenuti, ma della forma.

Prendere spunto dalla realtà è un ottimo metodo per reperire informazioni. L’importante è ricalcare le vicende mescolando le situazioni e creandone altre del tutto nuove, non riconducibili a quelle reali. A questo punto diventa più facile raccontare i suoni, gli odori, i meccanismi. Inoltre c’è un aspetto da non trascurare: la realtà è pregna di luoghi comuni. 

Giocando con i luoghi comuni, incorniciandoli con uno stile riconoscibile e una struttura ben architettata puoi dar vita a una storia molto coinvolgente. Mi dirai: ma i luoghi comuni non sono banali?

Per esperienza ti garantisco che senza uno stile unico e una buona progettazione anche le più grandi idee risulteranno banali. Al contrario, se parti da una storia semplice o da un luogo comune, ma hai un tuo stile e pianifichi prima di scrivere, avrai molte possibilità di creare un romanzo davvero coinvolgente, uno in cui il lettore si riconoscerà nelle vicende che racconti.

Intrattenere è anche appassionare. Ogni capitolo è una microstoria e come l’episodio di una serie deve portare chi legge a ritornare, deve insinuare sempre curiosità e dubbio. La pausa, il tempo di compensazione tra un capitolo e l’altro, deve fare entrare il lettore nella realtà che stai raccontando. Alla fine del romanzo il pubblico dovrà fare proprie quelle storie, difenderle e diffonderle.


Una narrazione senza eroi

Il modello tradizionale con l’Eroe ben definito e riconoscibile in Gomorra La serie è stato completamente stravolto.

Tutti i personaggi principali hanno fascino e carisma, ma non vengono mai fatti risaltare come eroi. La loro natura non viene spiegata, ma raccontata. Il giudizio viene lasciato allo spettatore. L’arte – secondo Saviano – è raccontare senza condizionare.

In Gomorra La serie non ci sono giusti, buoni o redentori. Esistono solo tanti antagonisti. Qualcuno ha definito questo modello narrativo: “il male che racconta se stesso”. E questa è di per sè una strada narrativa alternativa che cambia completamente la percezione della storia agli occhi di chi osserva.

Un romanzo che incarna questo modello è Arancia Meccanica di Anthony Burgess. Immagino tu abbia visto il film ma ti consiglio di leggere anche il romanzo. La scelta dell’autore di far narrare la storia proprio dal punto di vista di Alex, il protagonista, distorce completamente la realtà e mette in pratica proprio la tecnica “il male che racconta se stesso“. Un male, che dopo svariate cure e tentativi, non smette di ritornare a essere se stesso.

Credo paradossalmente che una narrazione senza Buoni crei un’atmosfera ancora più imperfetta, più ingiusta, quindi ancora più reale e coinvolgente. 

La formula del Bene che alla fine trionfa sempre, in questo modello narrativo è superata. Se al tuo lettore togli tutte le certezze che può dare un eroe cosa gli rimane? Un tremendo dubbio che non gli darà pace finché non avrà letto tutta la storia.

Ma in realtà un Eroe c’è.


In Gomorra La serie gli eroi siamo noi

Gomorra La serie conduce l’osservatore in un percorso narrativo che lo porta a doversi schierare sempre, in ogni singola scena, con un personaggio o con un altro. Esattamente come succede nella vita di tutti i giorni, quando a seconda del bivio dobbiamo scegliere da che parte andare. 

“L’empatia si può generare nello spettatore, ma prima o poi entra in conflitto con quello che fanno i personaggi.”

– Stefano Sollima 

In questo modo la percezione di bene e male è continuamente riposizionata. Noi abbiamo piena facoltà di scegliere da che parte stare. Siamo noi che creiamo gli eroi sulla base della nostra coscienza, della nostra esperienza. Gli eroi siamo noi che scegliamo da che parte stare.

Non esiste una linea guida che ci direziona. Con la formula di Gomorra La serie il lettore proverà empatia per poi disapprovare subito dopo le azioni del personaggio con cui si era schierato. 

La percezione di bene e male cambia in ogni scena e c’è un continuo ribaltamento di ruoli nella nostra immaginazione. Questo è un ulteriore fattore che crea coinvolgimento, perché cerchiamo di comprendere con razionalità le cause del comportamento dei singoli personaggi. La comprensione spesso porta giustificazione, approvazione e immedesimazione. Al contrario può generare ripudio. Quel che rimane in ogni caso è la curiosità di proseguire per vedere come va a finire. 

Tutto questo genera un tripudio di emozioni, adrenalina, dolore ed eccitazione. La tensione è sempre alta

Anche nelle tue storie puoi mettere il lettore nella condizione di decidere autonomamente da che parte stare. Potrebbe essere un ottimo meccanismo per tenere alta e costante la suspence e preparare la strada per un gran finale dall’effetto sorpresa.


Ritmo veloce

In Gomorra La serie il ritmo della narrazione è incalzante e veloce. Non ci sono momenti lenti. 

Oggi l’intrattenimento deve essere molto veloce e istantaneo per funzionare. La curiosità deve scattare dall’incipit. 

In fase di progettazione, per creare un ritmo veloce, puoi pensare a un forte intreccio narrativo. In Gomorra – La serie l’intreccio è dato dall’incrociarsi e dall’allontanarsi di una quartina di personaggi chiave. Al mancare di uno subentra un altro, ma la quartina rimane sempre.

Tutti hanno una storia da raccontare e stesso peso narrativo.

In Gomorra La serie ogni scena è raccontata dal punto di vista di uno dei personaggi della quartina. E anche quando le storie si incrociano, viene scelto un solo punto di vista, quindi un personaggio lascia il passo all’altro.

Puoi strutturare ogni capitolo con una microstoria che porta a un piccolo colpo di scena, ad esempio la risoluzione di un problema o la mancanza di una certezza. Mettere e togliere sicurezza ai personaggi significa spezzare il ritmo statico, rendendolo dinamico e incalzante.


Le descrizioni 

Un aspetto che ho sempre apprezzato di Gomorra La serie è la capacità di descrivere paesaggi, ambienti e situazioni utilizzando due registri formali molto interessanti.

Se segui anche tu Gomorra La serie ti sarai accorto che alcuni ambienti sono descritti senza troppi dettagli. Questo spinge l’osservatore a completare la descrizione. 

Al contrario, in altre scene, la densità dei dettagli è minuziosa, quasi antropologica. Quei dettagli non sono un caso, ma servono per farti capire altre storie ed è importante che tu presti particolare attenzione a quell’inquadratura. 

Quando si accendono i riflettori su nuovi personaggi, la presentazione parte prima dell’azione. Ai protagonisti non viene riservato un trattamento particolare, quindi quando un personaggio che avevi reputato secondario acquista importanza all’improvviso, sei costretto a tornare al momento della sua presentazione, a unire tutte le informazioni avute fino a quel momento e a proseguire nella storia. 

Con questa tecnica ogni passaggio di Gomorra La serie diventa un evento chiave che non sai come potrà svilupparsi. E questo tiene alta la tensione, sempre. 

Nelle tue descrizioni può essere utile utilizzare questo approccio, cambiare la qualità della descrizione in base alle circostanze. Quando decidi di inserire maggiori dettagli fallo con uno scopo. Evita di essere prolisso dove non occorre e dilungati solo se quei particolari serviranno al lettore per comprendere a fondo la storia o per introdurre (anche dopo diversi capitoli) un nuovo personaggio principale.

In questo modo il lettore è costretto a ripensare la storia e a elaborare nella sua testa. Ti assicuro che quando collegherà gli eventi la sua soddisfazione sarà maggiore, perché l’avrà fatto da solo, senza la tua guida. Il lettore diventa parte attiva della storia.

Naturalmente questi sono tutti approcci narrativi che puoi decidere solo in fase di progettazione. Se salti questa fase, rischi di scrivere di getto fiumi di cartelle fino al punto in cui incappi in un blocco da pagina bianca o, peggio, capisci che la storia non funziona e devi ricominciare da capo. 

Non progettare il romanzo è prassi comune di molti aspiranti scrittori. E spesso molti errori nascono proprio da una sbagliata o assente progettazione. In Self-Editing ho individuato ben 29 errori che il 93% degli scrittori con cui ho collaborato dal 2013 a oggi commette con ricorrenza. Molti di questi errori si risolverebbero con un’adeguata fase di progettazione narrativa.

Scarica Gratis il Report Tecnico “Self-Editing” e scopri quali sono questi 29 errori. 

Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,

Stefania

*Immagine di copertina tratta dalla Serie tv Gomorra