La progettazione narrativa: come potenziare la creatività
Dopo l’uscita del mio ultimo articolo ho ricevuto alcune critiche, non solo da scrittori ma anche da alcuni editor. Continuavano a ripetermi che la scrittura è un processo libero e che come tale non vada imbrigliata con la progettazione narrativa.
In questo articolo ti spiego esattamente cos’è la progettazione narrativa e come iniziare a impostarla per creare delle fondamenta solide per il tuo romanzo ed evitare inutili confusioni. Di sicuro progettare non vuol dire “ingabbiare il flusso creativo”. Ora ti spiego il perché.
La scrittura non va imbrigliata, va indirizzata. Progettare e creare sono due fasi di uno stesso processo: devono coesistere e collaborare.
La progettazione narrativa non è un momento sterile, anzi!
È dare corpo a quell’idea solitaria e un po’ vaga che ti ha colpito mentre eri in fila alla posta o mentre fissavi ammaliato le foglie della quercia agitate dal vento.
Questa settimana l’ho dedicata alla lettura di un paio di saggi.
Uno di questi, Scrivere è un tic – i segreti degli scrittori di Francesco Piccolo, riporta una serie di curiosi aneddoti sui riti degli scrittori più famosi.
La ritualità
Sono in tanti a sostenere che la scrittura non vada veicolata né programmata. Ognuno ha diritto alla propria opinione, ma la maggioranza degli scrittori da best seller hanno una cosa in comune: tutti hanno sviluppato un metodo, dei riti precisi.
John Grisham, scrittore di thriller giudiziari, è uno dei pochi, assieme a J.K. Rowling a vendere due milioni di copie già alla prima stampa dei suoi romanzi.
Qual è il suo metodo principale?
In un’intervista ha dichiarato di scrivere un romanzo in soli sei mesi. Un mostro sacro? Una rarità?
No, semplice metodo.
L’avvocato si limita a svegliarsi all’alba e a scrivere sei pagine al giorno.
Quello che consiglia agli aspiranti scrittori è di scrivere almeno una pagina al giorno, possibilmente nello stesso posto, una sorta di rifugio personale dove dare vita al rito della scrittura.
Grisham sconsiglia di scrivere la scena iniziale del proprio romanzo fino a quando non si ha ben chiara quella finale e di non farcirla di troppi personaggi. Per dare ritmo alle frasi lo scrittore cerca di scegliere parole di non più di tre sillabe, il che è veramente curioso ma se ci pensi, è molto funzionale allo scopo.
Ken Follett, uno dei miei scrittori preferiti, un mostro sacro delle parole, si sveglia e ogni mattina scrive dalle 9 alle 16, come un impiegato. Lo fa in una stanza con le pareti farcite di libri, con una semplice felpa addosso.
In un articolo rilasciato per il Corriere della Sera parla della sua tecnica di progettazione narrativa.
Per lo scrittore best seller è necessario avere chiara nella testa l’intera storia, il canovaccio completo, prima di iniziare la stesura. Raccomanda di aprire la storia con un conflitto che catturi subito l’attenzione e di puntare sulle sensazioni.
Il lettore ama essere coinvolto e deve provare qualcosa mentre legge, altrimenti non svilupperà empatia per quella storia.
Follett suggerisce di imparare a far provare ansia, perché aumenta il ritmo di lettura; o ambiguità, di modo che il lettore sospenda il giudizio per un personaggio, mettendolo in discussione di continuo. Questo spinge il lettore a continuare a leggere, per capire se le sue ipotesi saranno confermate o disattese.
Isabel Allende è famosa per la sua abbondante produzione letteraria. La mia vita è stata segnata dalla lettura de La casa degli spiriti, un romanzo a mio avviso stupendo. Pare che l’autrice cilena sia talmente presa dalla scrittura da doversi imporre di smettere ogni giorno, altrimenti non avrebbe una famiglia a cui tornare.
Ogni mattina accende una candela nell’attimo esatto in cui inizia a scrivere e termina proprio quando la candela si consuma del tutto.
Ho cercato alcune notizie sui suoi metodi di scrittura e sui consigli che dà agli aspiranti scrittori e ho scoperto che Isabel Allende afferma che scrivere è come allenarsi per diventare un atleta. Lo scrittore ha bisogno di scrivere ogni giorno, almeno una pagina al giorno, in questo modo alla fine dell’anno le pagine buone potrebbero essere trecentosessanta.
A questo punto la domanda che mi è sorta spontanea è stata: a fine anno ti ritrovi con trecentosessanta pagine. Sì, ma di cosa?
Il rito
Tutti i professionisti affermati svolgono determinate attività in maniera automatica, con un metodo solido, costruito sulla base dei loro punti forti e della loro velocità di apprendimento. Ma prima di consolidare questo metodo, come facevano?
La scrittura è un’attività da prendere molto sul serio, un mestiere come tutti gli altri. Per cui sono d’accordo sull’importanza della regolarità con cui si scrive: tanto poco abbastanza… purché sia tutti i giorni. Ma è fondamentale avere le idee chiare e la piena consapevolezza di quello che si andrà a scrivere.
Per poter iniziare a progettare un romanzo e sapere esattamente come affrontare le sessioni giornaliere di scrittura ci sono tre componenti che devi focalizzare nella maniera più nitida possibile:
#1 L’idea
Scrivere fiumi e fiumi di parole ha poco senso se ogni giorno scrivi una pagina completamente slegata da quella del giorno precedente.
Devi avere un’idea, meglio se originale, la devi coccolare e corteggiare per non fartela scappare.
Quando ero ragazzina uno dei professori del mio liceo organizzò un incontro con l’autore Stefano Benni. Ricordo che lo scrittore venne annunciato dalla lettura di una sua poesia dal titolo: Ce l’hai un’idea?
“Ma tu ce l’hai un’idea?
Un’idea un’idea, dai…
Quelle che c’erano una volta,
che uno si svegliava la mattina
e si accendeva la lampadina.
Non ce l’hai un’idea?
Ma sì che ce l’hai, dammela, dai […]
E dai che ce l’hai…
Io ne avevo una mia sai,
c’ho fatto sei libri,
è un po’ logora ormai.”
Quello che contava per Stefano Benni era avere un’idea chiara, che si potesse usare e sviluppare. Gli anni sono passati ma ti assicuro che questo suo modo di affrontare la scrittura è un ottimo approccio che potresti sperimentare anche tu. Una volta che hai trovato la giusta idea non gettarti a capofitto nella scrittura, ma abbi pazienza e analizzala per capire come srotolarla e in che modo raccontarla.
Avere un’idea è il primo principio per poter avviare la progettazione narrativa del tuo romanzo.
Piccolo consiglio: se proprio non riesci a trovare una giusta idea o sei alle prime armi ma hai il desiderio di iniziare a dar voce alla tua creatività puoi seguire l’antica procedura degli artigiani medievali. Nel Medioevo quando si doveva creare un oggetto liturgico, un pezzo d’oreficeria o un qualsiasi strumento che avesse funzione e decorazione si procedeva per aggiunta o sottrazione rispetto a un modello più antico. Se hai l’ambizione di scrivere come una certa scrittrice, potresti studiare la sua idea, prenderla in prestito e stravolgerla aggiungendo o sottraendo elementi. Io ti consiglio di aggiungere e togliere sia in termini di forma che di contenuto. In questo modo avrai una storia del tutto nuova narrata con uno stile originale, il tuo.
#2 La direzione
Una volta che ti sei spremuto le meningi e hai avuto la tua idea devi iniziare a rispettarla. La progettazione narrativa deve seguire necessariamente una direzione. Raggiungere un finale straordinario dipende tutto da questo principio.
Segui il ragionamento con attenzione, perché questo passaggio a volte viene frainteso.
Avere una direzione chiara, unica, precisa non ingabbia il tuo flusso creativo; al contrario lo esalta.
Il primo passo è dire di no ad altre idee che si insinueranno nella tua testa durante la progettazione. Saranno una tentazione costante, ma se non pertinenti o correlate all’idea di partenza evita di affezionartici, finiresti per uscire fuori rotta e creare solo tanta confusione.
Devi rimanere concentrato sempre sull’idea di partenza. Può sembrarti un’azione noiosa, meccanica, limitante, ma al contrario, quando inizierai a progettare ti renderai conto che essere concentrato su un solo soggetto ti dà la possibilità di studiare meglio tutta l’architettura narrativa e indirizzare il tuo flusso creativo in una sola direzione, senza divagare. Solo in questo modo puoi plasmare poco per volta uno stile unico e inconfondibile.
Ci vuole pazienza e ragionamento. Come nell’arte e nella fotografia lo studio della composizione non è meno importante del contenuto che vuoi narrare.
Un ottimo modo per tracciare la direzione da seguire è focalizzare subito il conflitto principale, ovvero il motivo che ha dato vita a quella precisa storia in quel preciso momento e luogo.
Se ci pensi, una storia nasce nel momento in cui qualcosa o qualcuno rompe la quotidianità del protagonista, a volte segnandola per sempre. I romanzi da scrivere sono potenzialmente infiniti, ma ogni romanzo ha il suo conflitto da risolvere.
#3 La struttura
La terza componente per iniziare a impostare la progettazione narrativa del tuo romanzo è la struttura.
L’idea da sola non basta.
Dovrai prendere delle decisioni ponderate su tutta una serie di elementi che andranno a comporre il tuo romanzo: punto di vista, dialoghi, personaggi, fabula, intreccio, ritmo… Le possibilità sono infinite, devi capire quelle che più si addicono al tuo stile. Più personalizzi lo stile, più dai un’impronta unica alla storia.
Ogni elemento in fase di scrittura potrà essere manipolato stravolto cancellato, ma è importante iniziare a scrivere seguendo una logica strutturata in precedenza.
Io trovo che sia davvero controproducente iniziare a scrivere un romanzo, che è un prodotto dalla struttura complessa, senza avere almeno una base di partenza.
Se avrai creato un’architettura solida e ragionata prima di iniziare la stesura, poi ti saprai muovere meglio tra i capitoli, andando a variare ciò che ti convince di meno.
Nel momento in cui deciderai di eliminare una scena o di aggiungerla, saprai esattamente quali pedine starai muovendo e saprai come muoverle senza compromettere l’intero gioco. Diversamente sarai allo sbando e al minimo intoppo ti sentirai perso.
Una volta pensata l’architettura della tua storia fin nei minimi dettagli potrai iniziare la fase della scrittura. A quel punto avrai le idee talmente chiare che scrivere non sembrerà una missione impossibile.
La progettazione narrativa non è altro che avere le idee chiare sugli ingredienti base della storia che desideri scrivere. Capire come mescolarli e portarli a cottura.
Se non sai da che parte iniziare, dai un’occhiata a Progettazione su Misura, il corso online che ti insegna come progettare il tuo romanzo dall’inizio alla fine.
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.
Personalmente credo che la progettazione sia fondamentale ai fini di un buon romanzo, o anche solo di un romanzo completo. Senza di essa è quasi certo che non porterete a termine l’opera (parlo per esperienza). È inevitabile incasinare la trama o bloccarsi in un dato punto del romanzo se non si ha una linea guida, il che non vuol dire vincolare la fantasia, ma solo indirizzarla dove serve. Personalmente credo che proverò a progettarne uno partendo dalla trama e sezionandola in vari capitoli, per poi trovare dei micro-argomenti da inserire all’interno di ogni capitolo. Più facile a dirsi che a farsi a dire il vero, ma almeno potrebbe essere un buon esercizio per crescere. Condivido anche i consigli dei grandi autori citati nell’articolo che ho trovato ancora una volta molto utile.
Vincenzo, grazie per il tuo commento!
Sono felice che l’articolo sia stato utile.
Per me è fondamentale avere l’opinione di scrittori come te.
Buona nuova progettazione!