Infodump bestia nera: come renderti immune
Sai cosa si intende per infodump? Per alcuni autori l’infodump è necessario, per gli scrittori di romanzi invece è una bestia nera dalla quale bisogna rendersi immuni il prima possibile.
In questo articolo ti parlerò dell’infodump nel modo più approfondito possibile, perché è il Re incontrastato degli errori di chi decide di dedicarsi alla scrittura narrativa. Alla fine della lettura capirai cos’è e come arginarlo per rendere i tuoi romanzi più piacevoli da leggere.
Che cos’è l’infodump?
“La pratica di presentare al lettore, tutte insieme, un mucchio indigeribile e incomprensibile di informazioni.”
Marco P. Massai – Infodump ed eccesso di informazioni
Questo ti ricorda qualcosa?
A me sì. Per esempio mi ricorda una monografia sulla vita di Napoleone, un saggio dettagliato sull’architettura romana del I secolo, oppure il manuale delle istruzioni di un elettrodomestico (a volte davvero incomprensibile!).
Peccato che tu debba scrivere un romanzo e non un libro accademico, né un libretto delle istruzioni.
L’infodumping è a tutti gli effetti una tecnica di scrittura espositiva, perché le nozioni vengono fornite tutte insieme al lettore e spesso con un marcato gergo tecnico.
La scrittura espositiva chiarisce termini, inserisce date, fa collegamenti con eventi simili, rimanda a pubblicazioni scientifiche o a testi normativi.
L’esposizione fa parte del nostro bagaglio culturale e deve esistere, ma il più lontano possibile dai romanzi.
La scrittura narrativa è intrattenimento prima di tutto. Non deve stressare vomitando addosso a chi legge una sfilza di nozioni studiate o imparate nel corso della vita.
Per aiutarti a capire meglio e nel dettaglio cosa intendo per infodump di seguito ho riportato tre esempi che ho trovato con ricorrenza nelle bozze di altri scrittori come te.
Riconoscere l’errore è il primo passo. Risolverlo il secondo.
Occorre veramente poco per stanare l’infodump e alla fine dell’articolo ti spiegherò come combatterlo e renderti immune.
Infodump nelle descrizioni dei personaggi
“Ettore è un ragazzo di 1.78 m, ha gli occhi azzurri sporgenti, un naso camuso, le labbra sottili. Le braccia sono lunghe e i polsi sottili. Ha le gambe storte. Indossa sempre una maglietta sopra a un paio di jeans blu scuro. Le sue orecchie sono a sventola. Si mangia le unghie. Lavora come magazziniere e ha 38 anni.”
Questo è uno degli errori più classici dell’infodump: la descrizione dei personaggi fatta come un identikit. Ci sono scrittori che presentano così ogni personaggio che fa capolino nella loro storia, anche quelli che non hanno un ruolo fondamentale ai fini narrativi.
Ma tutti questi dettagli a cosa servono davvero? Una delle cose che bisogna imparare a fare nella scrittura narrativa è inserire solo le particolarità fisiche e intellettuali dei personaggi che interessano l’azione.
Per esempio questo Ettore potrebbe aver perso una delle unghie che si mangiucchia in una scena del delitto, per cui la sua compulsione andrebbe descritta perché poi sarà risolutiva. Ma non in maniera così sterile e compilativa.
Se vuoi descrivere Ettore perché avrà un ruolo fondamentale nel romanzo e non vuoi che il lettore se ne accorga subito, devi imparare a mostrare solo ciò che è utile, ad esempio:
“Scesi dall’auto e iniziai a scrutare l’enorme magazzino. Era vecchio e lacero. Le lamiere del tetto gridavano al vento. Un puntino nero attrasse la mia attenzione. Mi incamminai sistemando i lembi del mio cappotto. Un ragazzo sostava nella zona di carico. Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto che non era così giovane: era un uomo che si vestiva da adolescente, maglietta rossa e jeans sdruciti. Era così intento a strapparsi l’unghia del dito medio da non notare nemmeno la mia presenza.”
Ecco fatto. A noi interessa sapere che è biondo, ha i polsi sottili ed è alto 1.78 m? No, perché non è funzionale per il nostro romanzo. L’importante è che veniamo a conoscenza della mania di Ettore di mangiarsi le unghie e del suo desiderio di apparire giovane anche se ormai ha l’età per essere definito un uomo fatto.
Ricorda che devi sempre chiederti: Che cosa del personaggio X serve davvero alla storia che voglio raccontare?
Una semplice riflessione che fa una grande differenza.
Infodump nei dialoghi
Un altro degli errori di infodump più comuni viene fatto nei dialoghi.
Non c’è niente di peggio di un dialogo artefatto, poco credibile.
Ricorda che racchiudere una frase tra caporali è l’unico modo che hai per far parlare direttamente i tuoi personaggi, farli vivere e mostrarli al lettore in tutta la loro complessità.
Una delle scelte più infelici di un romanzo che non funziona è quella che io chiamo “il dialogone spiegone”.
«Claire, ma come? Proprio tu?»
«Sì, proprio io. Ho fatto tutto io. Sono stata io a rubare il tuo portafoglio. Poi mi sono nascosta fuori dalla tua finestra e ho raccolto il mozzicone del tuo sigaro per farti incriminare grazie al dna. E ho anche preso in prestito le tue scarpe, le ho indossate e ho lasciato le false impronte dietro la casa di Anne. Poi sono entrata e l’ho uccisa. Poi ho lasciato le tue impronte che avevo copiato appositamente su un pezzo di scotch. Insomma, ti ho incastrato, non credi?» disse Claire agitando la pistola con cui mi minacciava.
Ecco. Questo è l’errore assoluto della scrittura narrativa.
Di solito dialoghi del genere li trovo a pagina 200, dopo che una serie di eventi si è succeduta senza dare niente al lettore: nessun appiglio, nessun indizio. In questi casi il romanzo è una storia sterile e raccontata, più che mostrata.
Perché arrivare a pagina 200 e far spiattellare tutta la trama a Claire, l’unica colpevole dell’omicidio?
Se uno scrittore arriva a dover spiegare tutta la trama in cinque righe vuol dire che è molto probabile che abbia sbagliato la scrittura di tutto il romanzo.
Una cosa è certa: chi legge morirà di noia!
Per un lettore è molto più coinvolgente partecipare alle indagini assieme al protagonista del romanzo, ottenere qualche indizio qua e là. Fare supposizioni. I dettagli giusti collocati nei punti giusti sono la vera essenza dei romanzi ben riusciti.
Infodump nelle descrizioni
Un altro degli errori più comuni è farcire le descrizioni di dettagli inutili e poco immaginifici. Ecco un esempio:
“Venezia è stata fondata da un gruppo di pescatori che cercavano di scappare dalle invasioni barbariche. Il luogo più famoso di Venezia è Piazza San Marco. Al centro sorge la Basilica di San Marco, rivestita di mosaici che raccontano la storia di Venezia. Sopra la porta principale svettano i quattro cavalli bronzei che provengono dal palazzo imperiale di Costantinopoli, trasportati a Venezia nel 1204 durante la IV crociata su ordine del doge Dandolo.”
Non sto scherzando. Arrivano un sacco di romanzi pieni di sequenze descrittive scritte come questa. Ma ricorda che le descrizioni sono fondamentali per il tuo romanzo. Attraverso di loro puoi dare indizi importanti, emozionare, caratterizzare il tuo personaggio.
Le sequenze descrittive servono anche a interrompere un momento cruciale della storia per donare più ritmo alla narrazione.
A nessun lettore interessa tutta la storia della fondazione di Venezia. Non si aspetta di trovarla in un romanzo.
So che per scrivere un certo tipo di romanzo è fondamentale documentarsi su saggi e libri tecnici, ma non è necessario riversare tutta le nozioni che hai studiato nella tua storia: sarebbe controproducente.
Bene, ora che ti ho sviscerato cos’è l’infodump e quali sono le trappole nelle quali si nasconde voglio darti un unico grande consiglio per evitare di commettere questo errore. Anzi, se seguirai questo suggerimento, nel tempo ti renderai immune all’infodump.
Quindi, come si può evitare di scivolare di continuo nell’infodump?
Progettando.
La progettazione narrativa ancora una volta ti viene in soccorso per aiutarti a non sbagliare.
La cosa migliore e più giusta da fare è conoscere alla perfezione, prima di sederti a scrivere, quali aspetti della storia vanno inseriti e quali trascurati; quali luoghi di Venezia è importante descrivere e quali è meglio lasciare nel saggio accademico.
Solo avendo le idee chiare in fase di progettazione, arrivando ad un livello tale di studio e conoscenza dei personaggi, dell’ambientazione, della trama, potrai permetterti di scrivere con naturalezza, dando vita ad una storia che funzioni, senza cadute di stile e ritmo.
Oltre alla straordinaria sensazione di realizzazione che potrai provare una volta terminata la progettazione narrativa, saprai esattamente cosa scrivere e quando. Ci vuole poco per sviare il pericolo dell’infodump e la progettazione narrativa è la soluzione più semplice e sicura.
Una volta progettato il tuo romanzo, credimi, la scrittura sarà una dolce conseguenza e scorrerà senza incontrare grossi ostacoli.
L’infodump, come ho scritto a inizio articolo, è solo uno degli errori più frequenti commessi dagli scrittori di romanzi. Forse il più commesso, ma di sicuro non è l’unico.
Per conoscere gli altri 29 errori più commessi dagli scrittori di romanzi scarica gratis il Report Tecnico Self-Eding. Ti aiuterà concretamente a migliorare la tua scrittura.
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.