Adorazione su Netflix: una lezione di scrittura su tensione, personaggi e ambientazione
La serie Adorazione, tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciuolo, edito da 66thand2nd e candidato al Premio Strega, non è solo un teen drama con sfumature thriller, ma è una lente di ingrandimento sulle dinamiche relazionali, i segreti e i desideri che si nascondono sotto la superficie di una comunità chiusa, quella dell’Agro Pontino. Questo rende il romanzo e la serie una fonte d’ispirazione per chi vuole esplorare la psicologia dei personaggi e le tematiche sociali nei romanzi. In questo articolo analizzeremo i punti forti della serie tv e vedremo come possono essere inseriti in un romanzo.
Adorazione e i trope narrativi
In Adorazione coesistono diversi trope molto interessanti. Se non sai cosa sono i trope, leggi questo articolo.
Il trope della fuga è il cuore pulsante della serie. Non si tratta solo della volontà di scappare fisicamente da un luogo, ma di liberarsi da un destino già scritto. Ogni personaggio vive questo conflitto: c’è chi sogna di andarsene, chi si rassegna, chi si aggrappa a illusioni e chi, invece, cerca disperatamente di restare, anche quando tutto intorno soffoca.
Questo contrasto tra desiderio e realtà è perfetto per chi scrive romanzi, perché esplora il motore emotivo che spinge un personaggio ad agire. Un buon romanziere deve sempre chiedersi: cosa trattiene il mio protagonista? Quale barriera invisibile lo tiene prigioniero?
Un altro elemento centrale è il peso delle aspettative.
Famiglia, società e amici proiettano sui protagonisti un’immagine precisa di ciò che dovrebbero essere. Questo porta a tensioni, scelte sbagliate e ribellioni silenziose che si accumulano fino a esplodere.
La serie mostra bene come le aspettative non dette possano diventare un motore narrativo potentissimo. Per chi scrive, questo è un aspetto essenziale: il conflitto non è solo esterno, ma anche interno, e nasce spesso dallo scontro tra ciò che un personaggio desidera e ciò che gli altri si aspettano da lui.
La provincia come mondo narrativo
Per emergere nel mercato editoriale odierno, super variegato e competitivo, scegliere la provincia come mondo narrativo può rivelarsi una carta vincente, a patto che tu sappia gestire bene l’originalità del luogo.
L’ambientazione dell’Agro Pontino gioca un ruolo chiave nel racconto di Adorazione.
La provincia, con il suo fascino e la sua immobilità soffocante, diventa quasi un personaggio. Non è solo il luogo in cui si muovono i protagonisti, ma un’entità che influenza le loro scelte, amplifica i loro sogni e i loro limiti.
La fotografia della serie cattura perfettamente questa dualità: paesaggi mozzafiato fanno da sfondo a vite che si sentono in trappola. Per te che ami scrivere romanzi, questa è una lezione fondamentale. L’ambientazione non è mai solo uno sfondo, ma deve essere intrecciata alla storia, capace di condizionare l’umore e le scelte dei personaggi.
Luci e ombre dei personaggi
Sensi di colpa e segreti sono due elementi fondamentali che ci trasportano dall’inizio alla fine di Adorazione.
Nessuno dei personaggi è davvero innocente, e ognuno porta con sé qualcosa che preferirebbe dimenticare. La narrazione gioca su questo non detto, costruendo tensione attraverso silenzi, mezze verità e rivelazioni graduali.
Questo è un ottimo esempio di come costruire suspense emotiva: non serve sempre un grande colpo di scena, a volte basta far emergere la verità poco alla volta, in modo che il lettore (o lo spettatore) inizi a mettere insieme i pezzi da solo.
Inoltre, dal punto di vista narrativo, Adorazione dimostra quanto sia importante la centralità dei personaggi.
La trama non avanza solo grazie agli eventi, ma attraverso le loro scelte e i loro conflitti interiori. Ogni azione è il risultato di qualcosa di profondo, di un contrasto irrisolto, di una ferita mai rimarginata. È questo che rende la storia così credibile e intensa, oltre che tridimensionali i personaggi, quindi credibili e autentici.
Ritmo narrativo
L’equilibrio tra introspezione e tensione narrativa è gestito con cura. La serie alterna momenti di silenzio e riflessione a scelte impulsive e conseguenze devastanti.
È un ottimo esempio di come dosare il ritmo in una storia. Non c’è bisogno di accelerare continuamente, ma è fondamentale sapere quando rallentare per lasciare spazio alle emozioni e quando spingere sull’azione.
Nella scrittura questo puoi farlo giocando con le sequenze narrative.
Per concludere, il romanzo che lascia il segno è quello che non cerca di compiacere il lettore (o – peggio – l’Autore), ma di raccontare la verità emotiva dei suoi personaggi, anche quando è scomoda. E questa serie, con il suo realismo crudo e la sua sensibilità, è un esempio perfetto di come farlo.
Siamo giunti alla fine di questa analisi narrativa della serie Adorazione. Se vuoi migliorare la tua scrittura narrativa dal punto di vista tecnica, leggi i volumi di Narratologia – L’enciclopedia delle tecniche narrative e inizia a dare maggior spessore ai tuoi romanzi ==> https://www.labscrittore.it/narratologica-lenciclopedia-delle-tecniche-narrative/
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,

Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.