Come progettare il Mondo Narrativo
Uno degli errori che accomuna quasi tutti gli scrittori alle prime armi è quello di non progettare in modo adeguato il mondo narrativo della storia che hanno deciso di narrare.
In questi anni di valutazioni tecniche gratuite ho dato moltissimi consigli per migliorare la caratterizzazione dell’ambientazione, perché il luogo dove si muovono i personaggi di una storia deve essere definito con cura per poter essere immaginato da un pubblico di lettori.
Da editor di romanzi in questo articolo ti spiego quali sono le tre caratteristiche fondamentali da tenere in considerazione quando crei il mondo narrativo del tuo romanzo.
Ogni storia racconta di un cambiamento. Potremmo dire che narrare il cambiamento è l’obiettivo finale della scrittura narrativa.
Per rendere credibile un romanzo occorre costruire un efficace mondo narrativo.
Il contesto influenza l’uomo e l’uomo influenza il contesto.
Partendo da questa semplice affermazione siamo in grado di definire il mondo narrativo di una storia come la somma dei personaggi e degli ambienti in cui operano i personaggi stessi.
1. Il mondo narrativo deve essere credibile
Sembra banale, ma molti scrittori non riescono a rendere il mondo narrativo credibile. Costruire una cornice il più accurata possibile e verosimile arricchisce la storia.
Un errore che segnalo spesso agli scrittori è quello di essere stati troppo parchi, quasi timidi, nel caratterizzare l’ambiente dove si muove e agisce il personaggio di turno.
Cosa succede spesso? Che l’autore si limita a scrivere “Fabrizio si aggirava per le strade di Napoli/New York/Parigi/Londra” e poi la città di turno non viene mai più nominata per le seguenti duecento pagine.
Non puoi decidere di raccontare una storia senza darle un orientamento concreto. Devi racchiudere la storia in una porzione spazio-temporale, e lo devi fare in maniera funzionale e credibile.
Facciamo un esempio pratico.
Decidi di scrivere un romanzo su un pasticcere vissuto ai primi del Novecento. Magari hai già alcune conoscenze di base sul mestiere del tuo protagonista, ma non sai tutto. Scegli di ambientare la storia a Parigi.
Nessuno di noi ha avuto la fortuna di vivere la Parigi dei primi del Novecento, ma scrivere è un’attività di fantasia, no?
Questo pasticcere, che chiameremo Louis, si muove e cammina per le strade di Parigi, per cui devi iniziare a farti tutta una serie di domande e cercare le risposte consultando delle fonti, soprattutto visive, per rendere credibile la vita dell’uomo.
Dovrai scegliere un luogo credibile dove posizionare il suo laboratorio e il negozio, se ce l’ha. Capire se abitava sopra al negozio o in un’altra casa. Decidere una zona di Parigi e cercare di scoprire se tutto quello che c’è adesso in quella zona c’era anche un secolo fa…
Per rendere ogni suo gesto il più credibile possibile, dovrai informarti il più possibile e poi dare vita al mondo narrativo dove si muoverà e vivrà Louis.
2. Il mondo narrativo deve essere originale
Nel video in basso parlo del mastodontico lavoro svolto da Chris Booker.
Lo sceneggiatore ha individuato sette tipologie di trame che si ripetono da sempre, fin dalla notte dei tempi, e che ognuno di noi utilizza come base per dare vita a una storia diversa da narrare.
Quel che rende davvero originale una narrazione, quindi, non è tanto la trama, ma il mondo narrativo che le si costruisce tutto attorno.
Quanto più i personaggi e l’ambiente saranno originali, tanto più la tua storia conquisterà i lettori.
Prendiamo ad esempio la trama numero tre, quella definita da Booker “la ricerca”.
Il protagonista, di solito assieme ad alcuni fedeli compagni ed alleati, si ritrova a vagare per un percorso irto di pericoli e sfide, alla ricerca di un oggetto o nel tentativo di portare a termine una missione che gli è stata affidata.
Da questa tipologia di trama sono nate tantissime storie diverse.
Per esempio quella di un buffo hobbit della Terra di Mezzo, Frodo, costretto a partire per una missione assieme a dei compagni valorosi per distruggere un anello del potere, un’arma che renderebbe invincibile il potente signore del male che l’ha creato, Sauron. (Il Signore degli Anelli – Tolkien)
Oppure quella di un gruppo di persone, sopravvissute ad un un virus sfuggito da un laboratorio che uccide quasi tutta la popolazione dell’America Settentrionale, e forse del mondo intero, che cerca di gettare le basi per un nuovo tipo di società, cercando di non soccombere al Male. (L’Ombra dello Scorpione – King)
Sulla carta le storie appartengono allo stesso modello di trama; nella realtà la stessa descrizione degli eventi viene resa originale dai personaggi e dall’ambiente in cui quei personaggi vivono e operano.
3. Il mondo narrativo deve essere funzionale
Pensi da giorni, settimane, mesi al tuo romanzo ideale. Hai deciso che avrà come protagonisti dei pirati e che si svolgerà per lo più in un’isola misteriosa, talmente misteriosa da non essere nemmeno sulle cartine geografiche.
E siccome è un luogo frutto della tua fantasia, inizi a immaginare l’isola in tutti i dettagli possibili e immaginabili. Affolli la tua mente di vulcani, montagne e baie. Ad un certo punto ti rendi conto di doverla disegnare quest’isola, per non perdere niente.
Inizi a disegnare i contorni e in pochi minuti ti fai prendere dall’estro creativo, dando vita a un intero arcipelago immaginario.
Oltre alla prima isola ne progetti altre sette, tutte, a tuo parere, utili alla storia che hai deciso di raccontare.
Ed ecco l’errore.
Se hai scelto di limitare la narrazione a quell’isola in particolare, non ha senso che tu inserisca la descrizione anche delle altre sette.
Credimi, capita molto spesso che un autore sfoci nell’infodump convinto di dover essere il più esauriente possibile.
Il mondo narrativo deve essere funzionale. Ogni cosa che descrivi deve essere utile in qualche modo ai personaggi.
Puoi fare una panoramica del luogo che sta osservando il tuo protagonista, comunicandolo attraverso il suo sguardo al lettore. Se è un romanzo storico devi curare ogni minimo dettaglio per aiutare chi legge ad agganciarsi all’atmosfera del tempo.
Se scrivi di pirati mi aspetto pappagalli, bende nere, spade, galeoni, tesori, botti e mozzi; non barboncini o una sala da tè, a meno che non ci sia un chiaro intento narrativo che ne giustifichi la presenza.
La cosa importante è che tutto ciò che non è strettamente necessario alla storia dovresti escluderlo o limitarti ad accennarlo. Questo aiuterà il lettore a sentirsi parte della storia.
Per approfondire l’argomento dai un’occhiata a Progettazione su Misura.
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania
Immagine di copertina: Greg Rakozy/unsplash
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.