Come scrivere un incipit, tre errori da evitare
Se vuoi che il tuo romanzo venga letto o pubblicato da una casa editrice, devi capire come scrivere un incipit in modo efficace. Conquistare l’attenzione di un lettore è uno dei primi obiettivi da portare a termine se vuoi scrivere nella vita. Alla fine di questo articolo capirai quali sono gli errori più comuni commessi dagli esordienti e troverai un consiglio fondamentale per iniziare a scrivere un romanzo.
In questo articolo avrei potuto farti una lista di esempi di incipit famosi dicendoti di prendere ispirazione da questi. Invece no, credo sia più produttivo, per te che inizi a scrivere un romanzo, capire quali sono gli errori più comuni che trovo con ricorrenza nei romanzi che valuto.
Sono esempi di incipit che non funzionano, utili per imparare a non commettere gli stessi errori.
Che cos’è l’incipit (significato)?
In un romanzo l’incipit è l’inizio della storia, la parte in cui introduciamo il lettore e lo trasportiamo all’interno del mondo narrativo che abbiamo creato per lui, mostrandogli, ad esempio, il protagonista e gli ostacoli che deve superare, o i suoi desideri.
Io quando cerco nuovi romanzi da leggere mi soffermo molto sull’incipit. Anzi, posso dirti che è il mio metro di giudizio per capire se vale la pena o meno di leggere quel romanzo.
Quando ragioni su come scrivere l’incipit del tuo romanzo tieni bene a mente che stai riflettendo sulle pagine che creeranno nel lettore l’aspettativa. Più la deluderai, più verrai dimenticato. Questa è la verità.
Perché è importante imparare come scrivere un incipit?
Piccola premessa. Quando edito spesso dico agli scrittori con i quali collaboro, che tutto è migliorabile, ma deve esserci una buona base di partenza. Stesso discorso vale per l’incipit.
In questo particolare momento storico editoriale, dove escono circa sessantacinque mila novità all’anno, le case editrici e i valutatori esperti sono bombardati da nuove proposte editoriali, giorno dopo giorno. L’incipit a questo punto diventa fondamentale per farsi notare sin da subito.
Prima di capire come scrivere un incipit devi essere messo al corrente di una triste verità: alcuni manoscritti sono destinati ad ammuffire nei magazzini di qualche casa editrice e a non vedere mai la luce; altri ancora, inviati in formato digitale, non verranno nemmeno mai aperti e letti.
Quindi non sottovalutare l’importanza di scrivere un incipit e curarlo nei minimi particolari.
Non a caso, un intero torneo letterario, IoScrittore, organizzato dal gruppo editoriale Mauri Spagnol, si basa, nella prima parte, sull’analisi e la valutazione del solo incipit. L’inizio del romanzo è fondamentale.
Due romanzi che hanno vinto IoScrittore e hanno ottimi incipit sono:
- Il rumore dei miei passi, di Valentina D’Urbano.
- Il falsario di reliquie, di Carlo Animato.
Ma te ne potrei nominare altri, come:
- Magari domani resto, di Lorenzo Marone.
- Il colore della memoria, di Care Santos.
Tre errori comuni da evitare assolutamente
Sulla base dei tantissimi romanzi di aspiranti scrittori che leggo e valuto gratuitamente ogni giorno, ecco tre errori comuni che trovo con molta frequenza. Leggili attentamente ed evita di commetterli anche tu.
Scrivere l’incipit alla Manzoni
Nessuno vuole mettere in dubbio la potenza linguistica e stilistica del Sommo Manzoni. Il primo capitolo dei Promessi Sposi è una lunga figura retorica che serve a zoomare il luogo in cui lo scrittore ha deciso di ambientare la sua storia.
Ma in questo momento non è consigliabile scrivere un incipit con una lunga digressione ambientale.
Si scrive per farsi leggere, e i lettori di Manzoni non sono i lettori del 2017. Molti lo dimenticano, ma quanti hanno letto “I promessi sposi” solo perché obbligati durante il percorso scolastico?
L’incipit anticipazione
Ci sono moltissimi autori che iniziano il romanzo e in cinque righe (cinque!) anticipano tutta la storia che hanno scritto, eliminando pathos e suspense, facendo perdere il desiderio al valutatore di proseguire nella lettura.
Ecco un esempio:
“Marco il barman stava preparando un cocktail a una cliente, quando un topo lo morse. Il dolore fu inimmaginabile. Marco afferrò una bottiglia e cercò di uccidere il roditore. La sua rabbia era ingiustificata. Non sapeva ancora che grazie a quel morso sarebbe diventato un supereroe, salvando tutta l’umanità dall’estinzione di massa.”
Incipit descrittivo, come se fosse un identikit
Il terzo errore più frequente riguarda la descrizione minuziosa e insostenibile del protagonista della storia.
“Marco, un uomo di trent’anni con i capelli castani, gli occhi scuri, la mascella volitiva, le sopracciglia sempre arcuate, il naso camuso, le mani forti dalle lunghe dita, un piccolo neo sul mento…”
Dare tutti questi dettagli non caratterizza il personaggio, anzi. Quello che fa di sicuro è annoiare a morte il lettore.
Come scrivere un incipit che funziona?
Voglio darti un consiglio per aiutarti finalmente a capire come scrivere un incipit di spessore, che sappia incuriosire il lettore:
se vuoi catturare subito l’attenzione del lettore devi mostrare un’azione – o un’assenza di azione.
In che modo?
Ecco due esempi:
Come mostrare un’azione
“Ho ucciso mia moglie squarciandole la gola di netto. Ma non volevo davvero farlo. Mia moglie è morta e io la sto fissando. Cerco di riunire i lembi della pelle che le ho squarciato, imbrattandomi ancora di più del suo sangue, un rivolo scuro che assomiglia dolorosamente al rosso dei suoi lunghi capelli.”
In questo caso noi sappiamo che ci troviamo di fronte a un uomo che ha ucciso la moglie. Non sappiamo il perché, ma solo il come. Non possiamo esprimere giudizi affrettati, perché non abbiamo tutti i dettagli per analizzare la situazione. Ecco che il desiderio di sapere ci spinge a proseguire nella lettura.
Come mostrare un’assenza di azione
“Marco è seduto su una panchina di una stazione anonima, in una città ancora più anonima. Ha i vestiti macchiati di sangue, una profonda ferita sulla fronte e l’impronta di una mano, rosso vermiglio sullo sfondo beige della sua camicia firmata, attira gli sguardi dei passanti.”
Il lettore non sa perché Marco è seduto in pieno giorno sulla panchina di un’anonima stazione. Il personaggio non fa nulla per attirare l’attenzione e la scena di per sé è statica. Ma gli indizi che porta addosso a sé, l’impronta di una mano insanguinata, scatenano nella fantasia del lettore tutta una serie di domande che necessitano risposte.
Chi sarà Marco? Che cosa gli è successo? È la vittima o è il mandante di quello di cui porta addosso i segni? Farà una pazzia e ucciderà qualche passante?
Queste saranno le domande che si porrà il lettore dopo aver letto il tuo incipit.
Te lo ripeto.
Se vuoi catturare l’attenzione del lettore devi mostrare un’azione – o un’assenza di azione. Solo stimolando il desiderio e la necessità di conoscenza potrai spingere un lettore a proseguire nella lettura del tuo romanzo e a leggerlo tutto fino all’ultima pagina.
Chissà, potrà essere proprio questo suggerimento su come scrivere un incipit a darti la possibilità di vedere il tuo romanzo un giorno in libreria, accanto alle storie di autori che avevi sempre sognato di emulare.
In questo articolo hai imparato quali sono i tre errori da evitare quando scrivi un incipit e come iniziare a scrivere un romanzo per creare curiosità nel lettore.
L’argomento naturalmente non finisce qui. Non hai nemmeno lontanamente l’idea di quanti incipit pessimi mi capitino sotto gli occhi.
Per scrivere un incipit bisogna essere meticolosi, ne va della credibilità dell’intera opera.
Scrivere un romanzo vuol dire esprimere la propria visione del mondo e comunicare un messaggio a un preciso pubblico. Ma se la comunicazione non è chiara e seducente fin da subito, rischi di perdere solo tempo.
Se vuoi capire ancora più nel dettaglio come scrivere un incipit narrativo e vuoi avere degli schemi pratici sui vari tipi di incipit da prendere come esempio, scarica il Manuale Progettazione su Misura.
Se vuoi diventare uno scrittore di professione, non perdere altro tempo.
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania
Immagine di copertina: rawpixel.com/unsplash
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.
Ciao Stefania, bel pezzo, complimenti. Io penso che anticipare l’azione non sia un male, a patto che la posta in gioco si alzi sempre di più. Ti chiedo un’opinione sull’opportunità di utilizzare il verbo fissare, “Mia moglie è morta e io la sto fissando.”, meglio “guardando”, no?
A me piace fissando, perché anche in un’assenza di movimento si può incuriosire il lettore. Se mi immagino un uomo che ha appena ucciso la moglie, penso che sia lì, immobile a fissare quello che può aver provocato lui o che ha provocato qualcun altro.