Analisi tecnica: Ci proteggerà la neve di Ruta Sepetys

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Per questa nuova puntata della rubrica Cosa mi consigli di leggere per ho deciso di parlarti di un romanzo che ho amato molto da lettrice: Ci proteggerà la neve di Ruta Sepetys.

Ci proteggerà la neve

Ti ricordo che la rubrica Cosa mi consigli di leggere per ha uno scopo ben preciso:

Aiutarti a leggere un romanzo oltre le parole scritte per riuscire a comprendere le tecniche e logiche narrative che si celano dietro le storie più emozionanti.

Acquisire questi strumenti di lettura critica, sul piano pratico, ti permette di migliorare il tuo metodo di progettazione narrativa e di apprendere nuove tecniche di scrittura da applicare all’interno dei tuoi romanzi, evitando l’improvvisazione e la scrittura di getto.

Solo così hai delle possibilità di diventare uno scrittore o una scrittrice di professione.

Il romanzo di cui ti voglio parlare oggi Ci proteggerà la neve è tratto purtroppo da un evento storico reale, poi romanzato dall’autrice, e ambientato nel 1945.

Narra delle gesta di persone comuni, provenienti da diversi stati dell’Est Europa, che cercano di raggiungere le coste della Polonia per salvarsi dalla furia russa che avanza inesorabile. Ad aspettarli ci sarà una nave capiente, pronta a trasportarli al sicuro.

La prima riflessione che ho fatto durante la lettura del romanzo, è che a decidere di smuovere e iniziare conflitti mondiali sono poche centinaia di persone; ma a morire per causa di quei conflitti sono in milioni.

Donne, bambini, uomini; stupri, violenze, mutilazioni; famiglie che si smembrano e non si riuniranno più, famiglie che si creano dal nulla e che sostituiscono quelle perdute.

Una lotta continua contro la morte di quei pochi rimasti esperti in medicina; la devastazione della Natura, violata e mutilata; la perdita di opere d’arte ricche di valore per custodire la memoria del passato; l’assenza di speranza, l’incapacità di credere in altro oltre al domani; lo struggente dolore che provoca il ricordo del passato.

In questo romanzo c’è tutto questo e molto di più, perché la guerra porta sempre con sé una sovrabbondanza di temi e di messaggi, spesso indiretti.

Il romanzo appartiene alla narrativa storica, per cui se vuoi scrivere anche tu un romanzo storico, leggere questa storia è sicuramente una buona idea, vista la contemporaneità dello stile e del linguaggio; nonché la scelta di un fatto secondario della Seconda Guerra Mondiale, a cui viene resa giustizia tramite una ricostruzione minuziosa.

 

Perché leggere questo romanzo


«Superlativo e magistralmente scritto.» Wall Street Journal

Da un punto di vista tecnico la Sepetys compie dei piccoli miracoli. Consiglio la lettura di questa storia per almeno tre motivi:

 

Il punto di vista

La scrittrice sceglie il punto di vista multiplo alternato, dando voce e ricostruendo la vicenda storica (o almeno quello che si conosce) attraverso gli occhi di Joana, un’infermiera specializzata lituana; Emilia, un’adolescente polacca in fuga; Alfred, un soldato tedesco del Reich; Florian, un prussiano esperto d’arte e restauratore. Non solo il punto di vista dei vinti, dunque, ma anche quello di chi si considerava attraverso la propaganda ancora martellante, vincitore.

 

I personaggi

Oltre ai quattro protagonisti già citati, esistono altri personaggi a cui il lettore si affeziona, delineati nei contorni con una sapiente caratterizzazione. Persino le comparse, coloro che hanno un ruolo minore e svolgono un compito preciso per poi dileguarsi nei meandri del passato, sono ben presentate al lettore, senza esagerare con i dettagli, andando dritto al punto e facendo un largo uso della Tecnica del dettaglio narrativo.

 

Le descrizioni

Ad un certo punto del romanzo il lettore si troverà a leggere una scena d’azione frammentata secondo i quattro punti di vista. Temevo di rimanere delusa, perché restituire una scena unitaria in tanti piccoli capitoli avrebbe potuto diminuire il pathos del momento. E invece l’autrice, con una invidiabile lucidità letteraria, riesce a descrivere il tutto senza insistere e indulgere nei dettagli minuziosi, ma focalizzando l’attenzione sulle azioni dei protagonisti in riferimento a quell’azione.

Non vi è dunque traccia della sequenza narrativa fine a se stessa in questo romanzo, ma una ricerca ragionata su ciò che è pertinente raccontare al lettore e cosa non lo è. Se non sai come rendere funzionali le descrizioni alla storia che stai scrivendo, questo romanzo è un esempio concreto da consultare per capire come ragionare per rendere vivida la comunicazione.

Questo è il primo romanzo che leggo dell’autrice, ma di sicuro correrò a recuperare anche le sue precedenti pubblicazioni: se dovessero anche lontanamente avvicinarsi a questo livello narrativo, sarà altro prezioso materiale da analizzare per aggiornare questa rubrica e trarre sempre nuovi spunti tecnici per aiutare chi scrive a scrivere sempre meglio.

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Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,

Stefania Crepaldi