Come pubblicare all’estero un romanzo: 5 consigli che funzionano davvero (guida per self publisher)
Hai auto-pubblicato il tuo romanzo in Italia e adesso stai pensando di esportarlo all’estero? Fermati un momento e prenditi del tempo per leggere fino alla fine questa guida, che credimi contiene cinque consigli efficaci che difficilmente troverai altrove. Il mio intento è quello di fornirti degli strumenti pratici per capire come pubblicare all’estero un romanzo raggiungendo traguardi importanti. Naturalmente, questi consigli valgono solo se auto-pubblichi i tuoi romanzi.
Come pubblicare all’estero un romanzo
Oggi capire come pubblicare all’estero un romanzo è molto più semplice che in passato. Questo articolo, come avrai già capito, non è pensato per chi pubblica con una casa editrice o per chi ha un agente letterario alle spalle, bensì per chi ha preferito la via del self-publishing, quindi opera come editore di se stesso.
Se non mi conosci, mi presento brevemente.
Sono Stefania Crepaldi, co-fondatrice dell’agenzia Editor Romanzi, dove lavoro come chief editor di narrativa e consulente editoriale.
Io e il mio team collaboriamo con numerosi autori, molti dei quali pubblicano con le più prestigiose case editrici italiane (da Mondadori a Giunti, da Sperling&Kupfer a Bollati Boringhieri, da Feltrinelli a HarperCollins…) o hanno raggiunto traguardi importanti con il self-publishing (in Italia e negli USA). Ho scritto il libro Lezioni di narrativa per la Dino Audino Editore (2021) e ho creato il corso bestseller Progettazione su Misura.
Fatte le dovute presentazioni, ci tengo a dirti che tutto quello che leggerai per pubblicare un romanzo all’estero non è scopiazzato in qualche blog americano o letto sui libri. Tutti i consigli che ti fornirò a breve sono frutto della mia esperienza fianco a fianco con autori di ogni genere e grado. Oltre a lunghe chiacchierate con amici e colleghi del settore.
Chi porta all’estero le proprie storie con alle spalle un editore o un agente letterario segue logiche molto diverse da quelle che andremo a raccontare adesso, o per lo meno il peso delle scelte non è solo sulle sue spalle.
Per gli autori indipendenti la faccenda è ben diversa e se sai bene che, in teoria, servono appena due click per portare sul mercato anglofono, spagnolo o francese il tuo romanzo, è molto più complessa la ricerca dei lettori. Dunque, ritagliarsi uno spazio nei diversi mercati esteri è veramente un’impresa. Ma non è impossibile, e ora vedremo perché!
Prima di procedere con i consigli su come pubblicare all’estero un romanzo ci tengo a fare un’altra precisazione. Se sei tra coloro che dicono “ma sì, pubblico e mal che vada non mi leggerà nessuno” allora questa guida non fa per te. Il self-publishing è una strada che va presa con estrema serietà, altrimenti finirai per fare un grosso buco nell’acqua con il tuo romanzo, rovinando anche la reputazione di tutta la categoria, che in Italia – purtroppo – è ancora oggetto di molta diffidenza.
Certo, dal 2020 in poi le cose stanno decisamente cambiando. E io personalmente ho avuto il piacere di incontrare e collaborare con vere eccellenze che con coraggio e consapevolezza hanno deciso di autopubblicare i loro romanzi.
Sto parlando, ad esempio, di Giulia Beyman e il duo Flumeri&Giacometti per la thrilleristica. Oppure di autrici con cui lavoro abitualmente come Laura Rocca, Erika Vanzin e Nicole Teso, tutte autrici best seller di romance.
Errori comuni e falsi miti
Prima di passare ai consigli pratici vediamo un po’ di errori e falsi miti che vedo commettere a chi è più inesperto.
L’errore che molti commettono è questo. Scrivono un romanzo in italiano. Il romanzo va molto male, quindi praticamente lo leggono solo gli amici e i parenti, e l’autore decide di esportare il romanzo all’estero nella speranza che qualcuno lo legga. E che da dieci lettori si passi a venti.
Quindi anziché focalizzare l’attenzione sul capire cosa non ha funzionato nel mercato italiano, procedono con la pubblicazione in un mercato che non conoscono e con una storia che ha visibilmente dei problemi strutturali o di scrittura.
Purtroppo questo non accade solo quando si parla di pubblicare all’estero un romanzo, ma vedo che è prassi comune anche in molti tornei letterari, come IoScrittore ad esempio (che ho vinto nel 2020), dove per anni vengono riproposti in gara gli stessi romanzi, a cui viene cambiato solo il titolo.
A mio modo di vedere le cose questa è pura follia, perché il tempo e le energie che un autore o un’autrice impiega per pubblicare all’estero un romanzo molto acerbo, potrebbero essere impiegati per rivedere la storia.
Altra prassi comune. Una scrittrice decide di auto-pubblicare il proprio romanzo. Il romanzo va molto bene in Italia, dunque pensa che anche all’estero potrebbe avere lo stesso impatto positivo e investe denaro ed energie per portare la storia sul mercato straniero.
In teoria non ci sarebbe nessun problema, ma… c’è un ma.
L’autore o l’autrice di turno non conosce il mercato estero e pensa che due click su Amazon KDP possano far fruttare il romanzo come è successo per il mercato italiano. Non solo, traduce o fa tradurre il romanzo alla lettera, perché tanto se ha funzionato in Italia, funzionerà sicuramente anche all’estero. Giusto?
Sbagliato! E ora vediamo il perché.
Che il tuo romanzo sia andato bene o male in Italia, esiste una sorta di procedura non scritta che ti permette di capire come pubblicare all’estero un romanzo ottenendo un ottimo risultato e soprattutto valutare il rischio prima di compiere il grande passo.
Non pensare che nel mercato anglofono e in quello spagnolo, siccome ci sono più lettori (quantitativamente parlando), il tuo romanzo avrà più possibilità di essere letto e apprezzato. Ti assicuro che è esattamente il contrario: più il mercato è ampio, più le opinioni dei lettori amplificheranno il fallimento del tuo romanzo, se questo ha evidenti problemi di struttura o di scrittura.
Caso studio pratico: Roadies Series di Erika Vanzin
Prima ho citato il nome di alcune autrici con cui collaboro abitualmente, tra queste c’è anche la bravissima Erika Vanzin.
Erika, dopo aver vissuto a Londra e aver frequentato a Los Angeles la prestigiosa scuola di sceneggiatura di James Franco, oggi vive a Seattle (USA) e nell’ultimo periodo abbiamo lavorato insieme a una serie di romanzi music romance.
Dopo il grande successo nel mercato italiano, Erika ha deciso di pubblicare anche all’estero i volumi, puntando soprattutto al mercato statunitense.
I romanzi sono tutti in cima alle classifiche di Amazon e nella classifica generale il primo della serie, Backstage, ha superato la fatidica posizione #10.000.
Cosa vuol dire? Te lo spiego subito.
Nel mercato USA se il tuo romanzo si posiziona tra la posizione #1 e la posizione #10K vuol dire che sta andando alla grande. Questo perché parliamo di un mercato con milioni e milioni di pubblicazioni all’anno. Dunque rimanendo in quel range hai più possibilità di essere notato da blog, media, agenti ed editori. Fino un giorno a puntare a una brillante recensione da parte del New York Times.
Per darti un’altra cifra importante, molte autrici di romance che in Italia scalano abitualmente le classifiche di giornali come Robinson o Tuttolibri, nel mercato USA non hanno mai superato la soglia dei diecimila. Quindi pubblicare in Italia con estremo successo non significa automaticamente che anche all’estero il romanzo verrà apprezzato, anche se usi uno pseudonimo americaneggiante…
La cosa più straordinaria è che Erika è riuscita a fare tutto questo con il primo romanzo della serie. Ma come ci è riuscita?
Ma ora passiamo a quelli che sono a mio parere, a prescindere dal mercato, cinque consigli utili e pratici, che possono aiutarti a impostare un metodo di lavoro professionale, riuscendo a pubblicare all’estero un romanzo con ottime probabilità che diventi un best seller da milioni di copie (o pagine lette).
5 consigli per esportare il tuo romanzo con estremo successo
Come pubblicare all’estero il tuo romanzo indipendente con estremo successo.
#1 – Studia il mercato e i suoi lettori
Non ha senso accedere a un mercato editoriale senza conoscerlo. Prima di pubblicare devi sapere quali sono le logiche che muovono i lettori. Quali sono i blogger e i media di riferimento con cui puoi interfacciarti.
Con questo non ti sto dicendo di bussare al Times, ma di capire qual è la subcultura che, con riferimento al genere specifico del tuo romanzo, sorregge quella particolare nicchia editoriale.
Questo perché può capitare quello che negli anni ‘70 è successo alla Marvel.
Alcuni giorni fa stavo guardando la docu-serie Marvel 616 su Disney Plus e la prima puntata parlava del fenomeno Uomo ragno in Giappone.
Quando il rappresentante della Marvel si affacciò nel mercato giapponese stava portando forse l’eroe più celebre di tutto il mondo del fumetto statunitense, ma nel mercato giapponese non faceva presa.
Come era possibile?
Perché il fumetto giapponese aveva logiche molto diverse da quello americano. Ad esempio, in quello nipponico c’erano più immagini e meno testo, mentre in quello americano era il contrario, o per lo meno immagini e testo si bilanciavano.
Altra cosa. Tutte le storie presenti nell’intrattenimento giapponese avevano almeno un robot e il sistema di valori era molto diverso da quello statunitense.
Quindi la Marvel per accedere a quel mercato ha dovuto adattare la storia dell’Uomo ragno… e non poco! Dato che ha stravolto completamente la narrazione, lasciando di fatto integro solo il costume rosso e blu con le ragnatele. Dunque niente Peter Parker e Zia May. Niente puntura casuale del ragno. E niente storia d’amore con Mary Jane.
Cosa possiamo imparare dalla storia dell’Uomo ragno? Che prima di compiere il grande passo devi capire se il tuo romanzo è adatto a quel mercato e soprattutto potrebbe piacere a quello specifico segmento di lettori.
Se dopo la fase di analisi di mercato capisci che il romanzo ha delle strutture, dei drammi o una scrittura non idonea a intercettare il gusto del pubblico, ma tu vuoi pubblicare in quel mercato a tutti i costi, allora bisognerà revisionare il romanzo in modo accurato. E qui passiamo al punto due.
#2 – Valuta se adattare la storia al mercato estero
Siamo giunti al secondo punto di questa guida su come pubblicare all’estero un romanzo.
Mi capita spesso che un autore o un’autrice bussi alla mia porta chiedendomi una consulenza per capire come maneggiare la storia adattandola al mercato estero.
Già vedo che storci il naso! Intendiamoci, adattare non significa scrivere un romanzo completamente nuovo rispetto alla versione italiana.
Di solito facciamo uno studio sui personaggi, sull’ambientazione e sui drammi – ho i miei informatori! 🙂 – e cerchiamo di revisionare, senza snaturare, la storia rendendola appetibile al mercato di riferimento oppure andando a limare tutti quei temi che potrebbero essere oggetto di censura (o comunque di molte recensioni negative, perché considerati tabù).
C’è chi in questi casi grida al complotto, in realtà io la penso come i creatori della Marvel: bisogna dare ai lettori quello che piace loro, bisogna lasciarsi guidare dai desideri dei propri fan.
Io penso che i lettori per un romanziere professionista (o che ambisce ad esserlo) siano tutto. Altrimenti non facciamo più intrattenimento e divulgazione, ma mero esibizionismo, che finisce per gonfiare unicamente l’ego dello scrittore/scrittrice di turno. E nel lungo periodo non ti porterà da nessuna parte.
Come ho detto in altre occasioni, scrivere un romanzo vuol dire mettere su carta uno spettacolo per il tuo lettore. Dunque cercare tutti i modi per stupirlo, emozionarlo, divertirlo e spesso anche smuovere la sua coscienza aiutandolo a porsi delle nuove domande.
Per questo devi mettere il tuo talento creativo al servizio delle tecniche narrative. Solo così creerai, come la Marvel, una subcultura talmente forte da avere sempre sotto casa uno stormo di fan esultanti.
#3 – Trova un traduttore esperto in narrativa
Ora parliamo di traduzione, che per molti è l’unica cosa che conta quando si parla di pubblicazione all’estero di un romanzo.
Credimi, ne ho viste di tutti i colori: chi traduce con Google Translator (anche traduttori che dicono di essere dei professionisti), chi si affida al docente di inglese delle elementari, chi al primo traduttore che passa per la strada…
La traduzione è un’arte e lo è ancora di più se parliamo di traduzione di un romanzo.
La traduzione non deve essere letterale, altrimenti c’è il forte rischio che il lettore americano o spagnolo, ad esempio, non capirà la metà delle battute che hai scritto.
La traduzione deve essere contestualizzata alla storia. Per questo di solito chi porta all’estero i propri romanzi ha un editor italiano, un traduttore e un editor straniero. Spesso l’editor straniero è anche traduttore, ma non sempre.
E sia chiaro, i migliori editor/traduttori stranieri sono i madrelingua. Dunque, se vuoi portare il tuo romanzo nel mercato francese, devi trovare una persona di lingua francese che conosce l’italiano, non il contrario. Questo consiglio davvero può aiutarti a fare la differenza.
Per quanto io possa vivere in Irlanda, ad esempio, da anni, leggere i romanzi in inglese ed essere sposata con un irlandese, non potrò mai e poi mai tradurre un romanzo dall’italiano all’inglese, come farebbe un ragazzo di Dublino che ha studiato a Roma la lingua italiana.
Dunque per iper-sintetizzare, il traduttore o la traduttrice deve:
- essere madrelingua del mercato in cui vuoi esportare il romanzo;
- avere una preparazione grammaticale e ortografica medio-alta della sua lingua (non è detto che i madrelingua siano tutti abili con la loro lingua, quanti italiani conosci che sbagliano i verbi? Ecco, appunto!);
- avere competenze nella traduzione di romanzi, dunque aver letto tanti romanzi, meglio se di quel particolare genere di cui scrivi tu.
Mi rendo conto che non è facile trovare traduttori con queste caratteristiche, ma se riesci a trovarlo hai fatto davvero centro, perché il risultato del tuo romanzo passa sempre da una buona traduzione. E questo vale anche per chi pubblica con casa editrice.
Un buon trucco per trovare traduttori di livello è chiedere a chi ha più esperienza di te oppure controllare chi ha tradotto dei romanzi che a te piacciono molto – del genere del tuo romanzo. Ti accorgerai che molti di loro lavorano come freelance e quindi se presenti il tuo progetto magari potrebbero essere interessati e proporti un preventivo.
NO a traduzioni gratis, mi raccomando.
#4 – Valuta se inserire cliché e stereotipi
Questo consiglio non vale per tutti i romanzi, ma è giusto dartelo in modo tale da permetterti di ragionarci su e capire se il tuo romanzo necessita dell’inserimento di stereotipi per decollare nel mercato estero.
Se mi conosci da un po’ sai che i miei consigli spesso sono controintuitivi.
Se hai scritto un romanzo ambientato in Italia nel piccolo borgo pugliese che conosci solo tu, allora potremmo avere un problema.
In Italia da qualche anno a questa parte gli editori cercano romanzi di periferia. La storia ambientata a Roma, Milano, Torino o Napoli sa di già sentito. Meglio storie ambientate in piccoli paesi della Basilicata o in borghi sperduti nella campagna veneta.
All’estero le cose vanno in modo diverso, perché il lettore americano, olandese o russo quando sente parlare dell’Italia subito immagina determinati stilemi. Nel parlato dei personaggi, nel mondo narrativo, nel sistema di valori e nei drammi portanti della storia.
Non è un caso se i romanzi di Elena Ferrante, in particolare il primo ambientato negli anni ‘50, abbia spopolato nel mercato USA, dove è presente una delle più grandi comunità di italo-americani, che nell’immaginario è riconducibile al Sud Italia e in particolare a Napoli.
E infatti la versione americana della serie è intitolata Neapolitan Novels.
Quello che voglio dirti è che se vuoi che i lettori stranieri si identifichino con i tuoi personaggi italiani ed entrino nelle atmosfere devi inserire, naturalmente nel modo giusto e senza appesantire la narrazione, quegli stilemi che caratterizzano il mondo italiano.
La storia ambientata nel piccolo paese di provincia, che tu lo voglia o no, per i lettori stranieri sarà sempre riconducibile al grande immaginario di città come Roma, Venezia o Palermo… o Pisa, visto che la Torre pendente all’estero è presente in tutte le brochure turistiche.
#5 – Aggiusta il tiro con titolo e copertina
Anche il titolo necessita di una traduzione contestualizzata. Scegliere il titolo non è affatto semplice e spesso la traduzione letterale può svuotare di significato e appeal la parola o la frase scelta in italiano.
Prenditi del tempo per fare brainstorming. Fatti aiutare dall’editor o dal traduttore che ti seguono.
Pensa se puntare l’attenzione sul luogo, sul genere, sul/sulla protagonista, sul dramma, sul caso, sul tema della storia…
Lo stesso discorso vale per la copertina che deve essere accattivante, ma su questo punto non posso dirti altro, perché non so molto di grafica.
Eccoci giunti alla fine di questa corposa ma semplice guida su come pubblicare all’estero un romanzo. Spero che questi cinque consigli ti aiutino a mettere a fuoco una strategia efficace per riuscire a scalare le classifiche di Amazon (e non solo), ma ricordati che in assoluto la cosa più importante di ogni buon romanzo è la storia.
Se sei agli inizi e quando scrivi tendi a perdere la rotta, a maggior ragione se desideri portare anche all’estero il tuo romanzo, ora puoi decidere se continuare a brancolare nel buio e nei dubbi, oppure raccogliere la tua forza interiore e prendere la decisione più importante per il tuo futuro di romanziere: progetta il tuo romanzo prima di scriverlo.
E se non sai da dove partire, Progettazione su Misura è quello che fa per te.
Ti auguro di raggiungere il successo letterario che meriti,
Stefania Crepaldi è editor freelance e autrice. Co-fondatrice dell’agenzia editoriale Editor Romanzi e della scuola online di scrittura e di editoria, LabScrittore. Ha scritto il libro Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo (Dino Audino Editore). Ha creato la serie di Fortunata, tanatoesteta. Scrive romanzi per Salani Editore.